Valutazione della fragilità sismica dei centri urbani delle aree interne attraverso matrici di fragilità

Referente: Prof. Antonio Sandoli

Gruppo di lavoro

  • Prof. Antonio Sandoli (Università degli Studi del Molise);
  • Prof. Giovanni Fabbrocino (Università degli Studi del Molise).

Obiettivi della ricerca

Gli obiettivi della ricerca possono essere sintetizzati nei seguenti punti:

  1. Sviluppo di una metodologia per la valutazione della fragilità sismica delle aree interne tipiche del territorio Italiano come supporto alla definizione del rischio sismico di tali aree e allo sviluppo di piani di mitigazione e gestione dell’emergenza.
  2. Considerare gli effetti (attesi) sul potenziale danneggiamento degli edifici inclusi in un’area urbana a causa a terremoti che avvengono anche a molti chilometri di distanza.

Metodologia di ricerca

Tipicamente la valutazione di fragilità sismica a larga scala è condotta attraverso curve di fragilità che rappresentano gli effetti di terremoti di scenario attesi al sito (in termini di probabilità di superamento di un dato stato Limite) utilizzando come parametro di misura dell’intensità sismica parametri di accelerazione relativi al bed-rock. In questo modo, però, gli effetti dovuti a terremoti che si sviluppano a più chilometri di distanza non sono debitamente tenuti in conto. Pertanto, l’obiettivo di questo tema di ricerca è quello di inserire all’interno di modelli di fragilità la disaggregazione dell’hazard: esprimere cioè i valori di peak-ground acceleration (PGA) attraverso coppie magnitudo-distanza (M-R). Questo ha richiesto un cambio di variabili (da PGA a coppie M-R) ed il passaggio da curve a matrici di fragilità.

Interazioni con altri gruppi di ricerca nazionali e internazionali

Il gruppo di ricerca UniMol si confronta periodicamente con il gruppo di ricerca dell’Università di Napoli Federico II, attraverso riunioni finalizzate all’analisi dei risultati raggiunti e alla scrittura di articoli scientifici.

Impatto

Il significativo impatto della ricerca è motivato nelle seguenti osservazioni:

  • La messa a punto di una metodologia (anche di non difficile applicazione) è uno strumento che può permettere alle Autorità competenti di implementare piani di mitigazione del rischio sismico di aree urbane, consentendo di:
    • individuare aree maggiormente a rischio e che quindi richiedono priorità di intervento;
    • gestire il rischio sismico ad evento avvenuto;
    • pianificare la mitigazione del rischio in fase pre-evento.
  • La metodologia permette di avere uno scenario di danno più completo rispetto a quelli comunemente presenti in letteratura, perché capace di generare scenari di danno anche per terremoti che si sviluppano nelle aree circostanti, ma i cui effetti posso essere significativi per l’area in esame.